MONTE PIZZOCCO-Dolomiti Bellunesi
Dal parcheggio (m 925 ca.) prendiamo l’evidente traccia del sentiero 851 per Forcella Intrigos e per il bivacco Palia. La progressione risulta faticosa per l’accentuata pendenza e per la presenza di fogliame sull’ampia traccia. Dopo circa una mezz’ora di cammino in mezzo a un rado bosco che concede qualche visione sulla Val Belluna, incontriamo un’effimera traccia sulla nostra destra per Casera Ere che trascuriamo. Da qui il sentiero supera qualche breve salto di roccia per poi incunearsi nello scolo fino a toccarne il fondo poco dopo il bivio col sentiero n. 853 sempre per il bivacco Palia che anche in questo caso trascuriamo. Superiamo alcuni massi per spostarci dall’altra parte dell’impluvio. L’ambiente qui è aperto e ci concede una prima visione della nostra meta finale, il Monte Pizzocco. La progressione torna a farsi faticosa per la ripidezza del sentiero. Arriviamo così alla panoramica forcella Intrigos (m 1757) dopo circa 2h 15′ di salita dalla partenza, dove ci fermeremo per rifiatare. La meritata sosta ci permetterà inoltre di ammirare l’insospettata vertiginosità della parete orientale del Monte Pizzocco. Non solo, davanti a noi, verso nord, si staglia una muraglia di scabrose montagne senza nome, dietro le quali possiamo però riconoscere le pallide punte della Moiazza e del Pelmo.
Riprendiamo il cammino attraversando il tratto più delicato dell’uscita. Dopo un primo tratto abbastanza comodo il sentiero sale per un’inclinata cengia rocciosa dal fondo sdrucciolevole. Qui è necessario prestare la massima attenzione anche perché ci dirigiamo verso sud e, se sarà una bella giornata, avremo il sole in faccia.
Superato questo breve tratto ci troviamo su una bella pala erbosa affacciata a sud-est sulla Val Belluna. Il sentiero, qui piuttosto comodo, ci porta in breve a un bivio: continuando per il nostro sentiero raggiungiamo il bivacco Palia (e lo faremo dopo) mentre prendendo la traccia alla nostra destra saliamo alla cima del Pizzocco. Risaliamo questa ripida traccia dal fondo ghiaioso ed entriamo nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. La traccia ci porta a superare verso la nostra destra uno spuntone roccioso che da più in basso era difficile distinguerlo dalla cima principale. Nel superare questo sperone di roccia è necessario scendere per qualche metro mettendo le mani sulla fredda roccia per raggiungere la piccola forcella che lo separa dalla cima principale. Da questo punto si attraversa brevemente una parete per esile traccia esposta e si risale il pendio con erba, rocce affioranti e mughi per faticosa traccia. Per seguire l’itineraio migliore bisogna prestare attenzione agli sbiaditi bolli rossi. Per detriti e rocce si sale all’anticima (m 2186) con la croce e per la larga cresta si raggiunge la vicina cima con segnale trigonometrico. Da qui si può scendere oltre per brevi roccette a un forcellino e risalire in breve per facili passaggi di roccia alla cima con ometto di pietre. 1h 15′ da forcella Intrigos e 3h 30′ in totale.
Il panorama dalla cima è magnifico!
Aver raggiunto una cima isolata ci permette veramente di beneficiare di un panorama a 360° che verso nord ha come protagoniste le Dolomiti (una buona fetta delle Dolomiti), verso est il Burèl, la Schiara e il Pelf, verso ovest s’intravvede sbucare Cima d’Asta e verso sud non soltanto la sottostante Val Belluna, ma anche la pianura veneta fino alla laguna di Venezia.
Un po’ a malincuore scendiamo da questo pulpito panoramico ripercorrendo l’itinerario dell’andata fino all’ultimo bivio incontrato salendo. In questa ridiscesa è necessario prestare ancora più attenzione della salita soprattutto per quanto riguarda il pericolo di scaricare sassi.
Dal soprarichiamato bivio procediamo in direzione del bivacco Palia, prestando la necessaria attenzione per la presenza di quale risalto di rocce levigate e tendenzialmente scivolose. Dopo circa un’ora dall’inizio della discesa dalla cima arriviamo al bivio per il bivacco Palia. Eventualmente trascurando di raggiungere il bivacco (ma lasciamo le valutazioni al giorno dell’uscita) continuiamo per il sentiero n. 853 che si posta decisamente verso ovest restando sopra un impluvio che supereremo abbassandoci per serpentine nel bosco superando qualche schianto di alberi. Raggiungiamo così Rifugio Casera Era (m 1297) dopo 2h 15′ di discesa dalla cima (in totale 5h 45′) non prima però di aver faticosamente risalito il crinale dove si trova la costruzione.
Dopo un’ultima pausa nei pressi della casera scendiamo prima per strada e successivamente per sentiero molto ripido e coperto di fogliame (prestare anche qui attenzione) fino a incontrare la stradina che ci riporterà all’automobile (45′ dalla casera e 6h 30′ in totale). Nella discesa è necessario prestare attenzione poiché incrociamo la stradina una volta in più rispetto a quanto è indicato in carta topografica delle Ed. Tabacco, ma seguiamo la strada svoltato al secondo bivio ove evitare inutili allungamenti del percorso.
scarica qui la scheda informativa complteta https://www.caicamposampiero.it/wp-content/uploads/2024/11/SCHEDA-INFORMATIVA-2024-PIZZOCCO-2.pdf
- Difficoltà: EE = Escursionisti Esperti
- Dislivello: 1400 mt
- Tempi di percorrenza: 6.30 ore
- Pranzo - Cena: Pranzo al sacco, Bevande calde
- Abbigliamento: Da Media Montagna/Adeguato alla stagione
- Atrezzatura: Bastoncini, Berretto, Guanti, Scarponi
-
Note::
Probabilmente farà freddo quindi l'abbigliamento va di conseguenza